Naturalmente ciascuno avrà pensato ad una rivoluzione in base alla propria cultura, intelligenza, simpatia.
Perché in fondo ciascuno di noi pensa di avere la verità (in tasca).
Non tutte le rivoluzioni sono rivoluzioni.
A volte si pensa di fare una rivoluzione semplicemente immaginando una vendetta verso tizio o caio, verso tal politico, verso equitalia o verso la propria ragazza che ti ha lasciato.
Ma una rivoluzione è (o dovrebbe essere) una nuova evoluzione e non una vendetta.
Una nuova evoluzione (ri-voluzione) può esistere solo se si distrugge il vecchio, il preesistente e si riparte da zero.
Come fanno gli americani (nel campo delle costruzioni edili) che dopo circa 50 anni buttano giù i vecchi edifici e li ricostruiscono daccapo.
Gli italiani invece non buttano via nulla. I vecchi edifici li riparano sempre ma non li distruggono mai.
Si cambia il pavimento, si ritinteggiano le pareti, si ricava lo spazio per fare due bagni ma cemento, pilastri e travi restano sempre lì al loro posto; poi alla prima scorreggia di Giuliano Ferrara o alla prima scossetta di terremoto se ne cade tutto.
Quando una donna viene lasciata dal suo amato cambia subito pettinatura, trucco ed abbigliamento. Vuole rivoluzionare la sua vita. Ma siccome lei è sempre la stessa (con le sue paure, pregi, difetti ed incertezze) non fa altro che dare solo un nuovo aspetto al proprio corpo, una nuova forma (ri-forma).
Questa donna è quindi una ri-formista e non una ri-voluzionaria. E’ un esempio.
E’ la stessa cosa che fanno i politici che continuano a governare (rapinare) la società cambiando via via solo le cose che non funzionano (ri-formando) e lasciando al loro posto le cose che, secondo loro, vanno ancora bene.
Tutte ‘ste chiacchiere per introdurre la mia idea di rivoluzione.
Ma ormai è finito il tempo. Magari domani chissà. La vita è lunga!
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